Il Caravaggio, la sua morte avvolta nel mistero e il ritrovamento delle ossa deposte nella tomba mausoleo a Porto Ercole, dove il Caravaggio morì nel 1610.
La morte di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio viene definita uno dei grandi gialli della storia dell'arte. Tra le poche certezze sembra esserci la località della morte, che viene identificata con Porto Ercole. Prima di passare alle eccezionali scoperte avvenute negli anni recenti a Porto Ercole, è utile riassumere brevemente l'ultimo periodo della vita di Caravaggio.
Da quanto ci raccontano le cronache, a Roma la sera del 28 maggio nell'anno 1606 in Campo Marzio, una partita al gioco della pallacorda si concluse in rissa, durante la quale Caravaggio uccise Ranuccio Tomassoni.
Caravaggio, condannato a morte fu costretto a scappare, iniziando così una fuga affannosa dalla giustizia, che durò ben quattro anni. Da Roma raggiunse Napoli e successivamente Malta, dove nel 1607 sfiorò l'investitura a cavaliere dell'ordine di Malta (e con essa una sicura impunità), ma una nuova rissa lo portò dritto nelle prigioni di La Valletta, da cui tuttavia riuscì a evadere per raggiungere la Sicilia. Sull'isola si fermò rispettivamente a Siracusa, Messina e Palermo, per poi fare ritorno nuovamente a Napoli.
Arriviamo così al mese di luglio dell'anno 1610, quando per intercessione della potente famiglia Colonna, sembra che la richiesta di grazia stesse per essere accolta. Caravaggio prese nuovamente il mare a bordo di una feluca che da Napoli era diretta a Porto Ercole, allora territorio dello Stato dei Presidi Spagnoli. Il pittore portò con i suoi bagagli tre preziose tele (il San Giovannino Battista, il San Giovanni Battista disteso e la Maddalena in estasi) che erano a tutti gli effetti un salvacondotto per la salvezza, poiché intendeva donarli al cardinale Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V, per ringraziarlo dell'interessamento dimostrato.
Giunto all'approdo di Palo Laziale (circa quaranta km a nord di Roma) Caravaggio venne fermato ed imprigionato per due giorni. Non si conoscono i motivi ne dell'arresto ne della liberazione (potrebbe essere stato scambiato per un criminale ma non ci sono certezze). Tuttavia il tempo necessario per ottenere la liberazione fu troppo lungo per sperare di ritrovare la feluca, che nel mentre aveva ripreso il mare con a bordo il prezioso carico.
Caravaggio cercò di recuperare le sue tele dirigendosi alla volta di Porto Ercole, dove arrivò stremato e senza riuscire a ritrovare la feluca. Non potè più riprendere il cammino perché morì di malattia a Porto Ercole il 18 luglio 1610 all'età di trentanove anni.
Uno dei tanti misteri irrisolti riguarda il destino delle tre tele che aveva con se Caravaggio. Alla morte del pittore vennero rivendicate da Scipione Borghese (a cui erano destinate), dalla Marchesa Costanza Colonna, dal Priore di Capua dei Cavalieri dell'Ordine di Malta e da Pedro Fernàndez de Castro conte di Lemos e vicerè di Napoli dal 1610 al 1616. A Scipione Borghese arrivò solo una tela (il San Giovannino oggi esposto a Roma nella Galleria Borghese), probabilmente il secondo San Giovanni (San Giovanni Battista disteso oggi appartenente ad una collezione privata a Monaco di Baviera) lo ottenne il conte di Lemos, mentre La Maddalena in estasi (oggi conservata in una collezione privata) andò alla marchesa Costanza Colonna.
C'è chi sostiene che l'arresto del Caravaggio a Palo Laziale venne preorganizzato e la mitica feluca non raggiunse mai Porto Ercole, ma da Palo Laziale fece ritorno a Napoli, attesa dalla marchesa Costanza Colonna...
Tornando ai giorni d'oggi, dicevamo che non ci sono dubbi in merito al luogo di morte del Caravaggio, ovvero Porto Ercole. Tuttavia fino a pochi anni fa c'era la convinzione che fosse morto sulla spiaggia della Feniglia, (dove una stele ricorda l'evento), invece nel 2001 nei registri della parrocchia di Sant'Erasmo a Porto Ercole, in un libro dei conti del 1656 viene rinvenuto l'atto di morte del Caravaggio che cita testualmente "A dì. 18 luglio 1609 nel ospitale di S. Maria Ausiliatrice morse Michel Angelo Merisi da Caravaggio dipintore per malattia". Ad una prima lettura salta subito agli occhi che l'anno citato è 1609 e non 1610, tuttavia sembra che l'errore sia dovuto al fatto che nell'area di Porto Ercole, al tempo non fosse ancora stato introdotto il calendario gregoriano, oppure potrebbe trattarsi di una svista di trascrizione. Tuttavia l'atto non lascia spazio a dubbi e così è iniziata anche la ricerca della sepoltura del Caravaggio.
All'epoca della morte, gli stranieri di misere condizioni venivano sepolti nel cimitero di San Sebastiano di Porto Ercole e sicuramente lì venne sepolto il Caravaggio. Tuttavia nel 1956 a causa dei lavori per l'ampliamento della strada di accesso al paese, gli scheletri dell'antico camposanto vennero trasferiti in una cripta dell'attuale cimitero, e qui si sono concentrate le ricerche del gruppo di scienziati, che dopo aver sondato anche le cripte di Forte Filippo e la cripta della chiesa di Sant'Erasmo, hanno selezionato gli scheletri rinvenuti ed effettuato numerosi test scientifici di assoluta attendibilità. Arriviamo infine al 16 giugno 2010 quando l'equipe di ricercatori ha ufficialmente sostenuto che le ossa ritrovate, con una percentuale di sicurezza pari all'85% sono quelle di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Il 18 luglio 2014 l'arca funeraria in cui sono state deposte le ossa del Merisi era stata collocata nel centro di Porto Ercole (tra via Nuova e via Principe Umberto) accanto al monumento dedicato al celebre pittore, attualmente invece la tomba si trova nel cimitero di Porto Ercole dove è stata trasferita nel giugno 2019.