Storia dell'Isola del Giglio: dagli insediamenti degli antichi romani alla fine della seconda guerra mondiale.
L'Isola del Giglio (Aigilon per i Greci, Igilium per i Romani)
con i suoi
21 kmq risulta seconda per grandezza tra le isole dell'arcipelago
toscano, il suo punto più elevato misura 498 metri
di altezza sul livello del mare ed è composta da tre
centri abitati: Giglio Porto, Giglio Castello e Campese. Fu
certamente abitata in epoche remote, come dimostrano infatti
alcune punte di frecce trovate nell'isola e risalenti al periodo
eneolitico. Anche gli etruschi ed i romani frequentarono l'isola
ed alcuni documenti dell'epoca testimoniano che fu di proprietà
della famiglia dei Domizi Enobarbi.
Nell' 805 l'isola fu donata da Carlo Magno all'Abbazia delle
Tre Fontane,
nel 1269 divenne feudo della famiglia degli Aldobrandeschi
ed in seguito al matrimonio di Margherita con Nello Pannocchieschi
l'isola passò a quest'ultimo. Con le seconde nozze
di Margherita degli Aldobrandeschi con un suo consanguineo,
il Papa Bonifacio VIII (1303), tolse il feudo a Margherita
per assegnarlo a Goffredo Caetani.
Successivamente a causa del matrimonio di una Caetani con
un Orsini, l'isola divenne proprietà della famiglia
Orsini.
A partire dal XIII secolo e fino ai primi anni del XV la repubblica
di Pisa
ne ebbe dominio effettivo, successivamente l'isola passò
di mano in mano fino ad arrivare all'anno 1559 quando fu acquistata
dalla moglie di Cosimo I Medici Eleonora di Toledo, alla morte
della quale venne inclusa nel Granducato di Toscana.
Nel XVI
secolo, con l'espansione dell'impero Turco, il Giglio conobbe
il suo periodo più buio. Fu oggetto infatti di continue
incursioni da parte dei pirati barbareschi arabi e nord-africani.
Rimasta impressa nella memoria, fu sicuramente la scorreria
condotta da Cair Heddin Barbarossa che nel 1544 deportò
come schiavi ben 700 gigliesi.
A difesa dell'isola furono
costruite alcune torri , rafforzate le mura ed istituita una
milizia civile che venne sciolta solo nel 1860 con l'annessione
del giglio al Regno d'Italia.
Nel Porto, centro più
popoloso dell'isola, sono concentrate gran parte delle strutture
turistiche. Gli abitanti hanno un origine prevalentemente
napoletana e genovese.
Il Castello è un'affascinante borgo medievale cinto
da mura risalenti al XII e XIII secolo collegate a torri cilindriche
e rettangolari.
Nella chiesa risalente al XIV secolo e dedicata a S. Pietro
Apostolo, si
possono ammirare un Crocefisso attribuito al Gianbologna,
due tele di
artista ignoto rappresentanti l'incarnazione e la Deposizione
dalla Croce, una Vergine in alabastro del XV secolo ed alcuni
cimeli che gli abitanti strapparono agli invasori tunisini
nel 1799.
Al Campese, frazione che conobbe un certo sviluppo con lo
sfruttamento delle miniere di pirite, si può ammirare
la Torre Medicea del XIII secolo, nucleo centrale della resistenza
dell'isola all'assalto tunisino del 1799.
Va ricordata infine,
anche se l'isola non fu coinvolta, la battaglia che si svolse
il 3 maggio del 1241 nelle acque circostanti, dove le navi
del re Enzo (figlio di Federico II) annientarono la flotta
guelfa genovese per impedire il concilio indetto da Gregorio
IX.