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Necropoli Etrusche di Sovana

Necropoli etrusche: descrizione, foto e curiosità delle necropoli etrusche di Sovana, eccezionali opere di architettura rupestre estrusca.

Le Necropoli Etrusche di Sovana sono un eccezionale patrimonio lasciatoci dal popolo Etrusco. Una moltitudine di tombe, dalle più semplici a veri e propri monumenti scavati nel tufo, risalenti al periodo tra il VII ed il I secolo a.C.

Uscendo da Sovana sotto la Rocca Aldobrandesca prendete la discesa sulla destra, dopo scendete le scale e proseguite lungo la Via Cava del Folonia in breve si arriva alla Necropoli Etrusca del Folonia con una serie di tombe a semidado risalenti al III - I secolo a.C.

Necropoli Etrusca - Colombari

Il nostro cammino prosegue tornando sulla strada principale, ci lasciamo alle spalle i ruderi della Rocca Aldobrandesca, imbocchiamo il sentiero sulla sinistra che ci porterà alla necropoli etrusca di Monte Rosello. Risalendo il sentiero inizieremo a scorgere molti ingressi di tombe a camera, a edicola e a dado, mentre in cima al monte si trova un colombario con soffitto a cassettoni del IV secolo a.C. (il dibattito sulla funzione dei colombari è tutt'oggi aperto: c'è chi sostiene che le celle fossero destinate ad ospitare vasi con le ceneri dei defunti, altri sostengono che fossero destinati all'allevamento di colombi o piccioni, altri ancora fanno risalire le nicchie ad epoche successive a quella etrusca, quando gli ambienti delle tombe etrusche furono riutilizzati per l'allevamento dei colombi e dei piccioni). La sepoltura più importante di questa area è la monumentale Tomba del Sileno del III secolo a.C. si tratta dell'ultima tomba scoperta a Sovana (1963) ancora intatta, in cui è stato rinvenuto il corredo funerario e le urne. Si tratta dell'unica tomba con struttura cilindrica rinvenuta nella zona. Vi erano scolpite sei semicolonne, oggi se ne distingue il basamento di tre. Il nome deriva dal rinvenimento di una protome con viso di sileno.

Necropoli Etrusca - Tomba della Sirena

Torniamo indietro sulla strada principale e dalla Rocca Aldobrandesca percorriamo 1,7 km in direzione di San Martino sul Fiora, poco dopo l'attraversamento del tunnel troverete l'accesso alla necropoli di Sopraripa. Si attraversa il torrente Calesine tramite un ponte di legno si supera la chiesa di San Sebastiano e si arriva al bivio: a destra si raggiunge una della più più affascinanti Vie Cave, la Via Cava di San Sebastiano, mentre a sinistra troveremo varie tombe monumentali a semidado e la tomba più importante di questa necropoli ovvero la Tomba della Sirena (III - II sec. a.C.) che si trova in cima ad un rialzo, è una grande edicola a forma di arco scavata in un masso roccioso con ai lati due demoni a guardia del defunto. Prende il nome dalla sirena a doppia coda raffigurata sul frontone, che in realtà dovrebbe essere la creatura mitologica Scilla, mentre nella parte frontale riconosciamo in basso la figura giacente del defunto e sopra l'iscrizione "nulina vel velus" (Nulina figlio di Vel e di Velus). Dopo aver visitato la Tomba della Sirena torniamo al bivio suddetto percorriamo la Via Cava di San Sebastiano (tra le pareti che raggiungono i 25 metri) che ci conduce all'oratorio rupestre di origine incerta.

Torniamo sulla strada sempre in direzione di San Martino sul Fiora e dopo circa 200 metri troviamo il sentiero che conduce alla Tomba Pisa del III secolo a.C. (scoperta nel 1963 dall'IDA di Pisa) il dromos lungo circa sei metri conduce alla tomba a camera composta da nove ambienti comunicanti, fu utilizzata da diverse generazioni ed al suo interno furono rinvenuti resti del periodo tra il III ed il I secolo a.C.

Necropoli Etrusca - Tomba Ildebranda

Torniamo sulla strada principale e dopo 100 metri troviamo l'accesso al Parco Archeologico, questa è indubbiamente l'area più suggestiva, ospita la necropoli di Poggio Stanziale, Poggio Felceto e Poggio Prisca. Troveremo subito la Tomba Ildebranda scavatanel 1924 dall'archeologo Gino Rosi. Il nome con cui viene indicata questa tomba non ha nulla a che vedere con le sue origini, venne scelto dal suo scopritore per commemorare Ildebrando da Sovana, il personaggio più illustre di Sovana che divenne papa nel 1073 col nome di Gregorio VII. La tomba Ildebranda risale alla fine del III secolo a.C. è la più importante di tutta la necropoli. È un'opera monumentale, realizzata scalpellando un'intera collina di tufo, unico esempio (in buone condizioni) di tomba a tempio etrusca, ed una delle maggiori opere di architettura rupestre etrusca. Era interamente ricoperta di stucchi policromi dai colori sgargianti. Il podio posto nella parte alta, si raggiungeva tramite due scalinate esterne (tuttora perfettamente visibili), era composto da dodici colonne con capitelli decorati dai volti di varie divinità (visibili nel museo di Sovana) che sostenevano il frontone, decorato a sua volta con grifoni ed elementi vegetali. Sul lato ovest si possono ancora ammirare alcuni fregi. Nella parte bassa della tomba troviamo il dromos (lungo corridoio) che immette nella camera sepolcrale e interseca sulla destra, il dromos di una tomba precedente di cui è rimasta la camera funeraria ma nessuna traccia del monumento originario. La tomba Ildebranda ospitava un solo defunto che per ovvie ragione doveva essere di altissimo rango, tuttavia essendo stata saccheggiata nell'antichità nulla del corredo funerario è giunto fino a noi.

Tomba dei Demoni Alati - Frontone

Dalla tomba Ildebranda spostiamoci verso ovest per circa cinquanta metri e troviamo la Tomba dei Demoni Alati. È stata rinvenuta nell'autunno del 2004 e risale al III sec. a.C. è probabilmente il migliore esempio di tomba ad edicola con figura adagiata sul letto funebre, sullo stile della tomba della Sirena per intenderci. Nel vano centrale è scolpita la figura del defunto in cui si sono conservate tracce del rivestimento policromo. La statua risulta adagiata sul letto funebre (kline) e mantiene sulla mano destra la coppa della libagione (patera). Sulla sinistra della facciata possiamo ammirare uno dei due demoni alati identificato con Vanth, divinità femminile onnisciente e messaggera di morte, ai lati inoltre si ergevano due podi con sculture a tutto tondo poste a guardia del defunto, quella di sinistra ben conservata rappresenta un leone. Il frontone originariamente situato sulla parte alta della tomba, oggi è posto a pochi metri di distanza al riparo dalle intemperie e raffigura un demone marino alato identificabile con Scilla o Tritone.

Tomba Pola

Proseguiamo avanti lungo il sentiero e troviamo la Tomba Pola del III secolo a.C. altro esempio di colossale tomba rupestre a tempio. In origine aveva otto colonne in facciata che sorreggevano un timpano decorato. Nella parte inferiore, centrale rispetto alle otto colonne, troviamo il dromos, lungo circa quindici metri che conduce nella camera sepolcrale (saccheggiata nell'antichità). Purtroppo il tufo di questa tomba si è rivelato più fragile delle altre, e quindi la struttura è notevolmente danneggiata. Delle otto colonne oggi ne rimane una soltanto a cui nel 2005 è stata applicata una fasciatura metallica di sostegno.

Necropoli Etrusca - Tomba del Tifone

Infine torniamo indietro verso l'ingresso del Parco e ci spostiamo sotto la rupe di Poggio Stanziale dove troviamo una serie di tombe a semidado, tra cui spicca la Tomba del Tifone del IV secolo a.C. che prende il nome da quello che erroneamente si suppose essere il mitologico mostro marino scolpito sull'edicola, in realtà si tratta di una protome femminile. Sulla destra si distingue nitidamente la scala che conduce sulla sommità della tomba dove si compivano i riti funebri. In questa area del Parco si trovano inoltre la Via Cava Poggio Prisca e il Cavone.

Necropoli Etrusche - Galleria Fotografica

Accoglienza a Sovana:

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